Giorno 13 – 25 Marzo 2020 – Le mani

Le mani.
La mia.
La tua.
Le nostre.
Una stretta di mano è la firma su un accordo che va oltre la firma stessa.

Ci stringiamo la mano per essere d’accordo.
Ci diamo una mano quando ne abbiamo bisogno.
Ci poggiamo la mano sulla spalla per darci conforto.
Ci offriamo la mano per risollevarci.
Ci laviamo le mani per non trasmetterci il male.
Ci scambiamo con le mani, carezze che sollevano anima e corpo.
Ci mostriamo le mani per dare sicurezza a chi incontriamo.

Le mani.
La mia.
La tua.
Le nostre.

Questa volta sono distanti.
Questa volta sono ad un metro.
Questa volta doniamo la nostra.
Questa volta doniamo le nostre.
Questa volta vi doniamo la mano che le rappresenta tutte.
Questa volta vi doniamo la mani che sorreggono.
Perché non siano le nostre e le vostre, ma che siano di tutti.

Questa volta firmiamo l’accordo più importante di tutto il tempo.
Questa volta ci diamo la mano per sopravvivere su questo pianeta, insieme.

Nuovo messaggio al mio coach.
“grazie per la mano che mi dai”
Attendo.
Come al solito mi risponderà con una domanda.
Oramai lo so io e lo sapete anche voi che siete dall’altra parte.

“Prego”
Come prego?
Non è una domanda!

“Ma prego, non è una domanda!”
Rispondo ed attendo.

“Credi di aver bisogno di una domanda?”
Ho bisogno di una domanda?
Non lo so.
Di cosa ho bisogno?
Gli scrivo di nuovo

“Non so cosa ha cambiato tutto questo dentro di me.
Non so se questo sarà un cambiamento per me e per tutti.
Sai se questa è la fine?
Stavolta la domanda la faccio io a te.”

Silenzio di attesa.
Non stacco gli occhi dal cellulare.
Poi arriva, non come un fulmine ma come un raggio di sole.

“La fine? Cos’è per te tutto questo?”

Eccola la domanda.
Su di me come sempre.
Grazie.
Per me tutto questo non è la fine ma un nuovo inizio.
gli rispondo

“Per me non è la fine, anzi.
Sarebbe bella come citazione, ne hai di migliori?”
Sto sfidando il mio coach?

Mi accorgo ora che sono le mani a scrivere i nostri pensieri.
Le mani.
La mia.
La tua.
Le nostre.

Ecco che arriva la sua risposta.

“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio,
ma puoi partire da dove sei e cambiare il finale
Lewis
Pensi che possa andare?”

Si, può andare.

Tre cose sono importanti.
Chi sono, dove voglio andare e la strada che farò.
Come ho imparato da te.”
Rispondo d’istinto.
Ancora le mani.

Parto da qui.
Parto dalle mani, ma ne basterebbe una sola.
A volte le traduzioni sono limitative.
Strano il modo in cui a volte i significanti diano significati così differenti che si accomunano.
Ma non ancora.

Parto da qui.
Da questo diario che mi ha fatto compagnia per uscire.
Da questo diario che ha fatto il suo lavoro, come una buona domanda.
So che cosa mi chiederebbe ora il mio coach.
Mi ha insegnato ad essere autonomo.

“Allora cosa mi serve adesso?”

Mi serve guardare avanti.
Oggi finisce un diario, per lasciare spazio a qualcosa di più grande.
Siete pronti?
Io si.
Io ho la pelle azzurra, come ognuno di voi.