Giorno 3 – 15 marzo 2020 – A casa o non convocato?

Io questa volta sto a casa.
Come è successo a tanti altri.
Come capita a tutti o quasi. Spero.
C’è chi deve andare per forza perchè non c’è il ricambio.
C’è chi è contento di farlo, chi lo fa per dedizione e chi invece cerca di infilarsi quando non serve che vada “in campo”.
Tutti campioni a parole.
Tutti esperti quando non devono gareggiare.
Ma è quando bisogna fare il passo indietro che c’è chi non capisce.

Stare a casa non vuol dire non essere convocati.
Stare a casa vuol dire prendersi la squadra sulle spalle anche non potendo essere in campo.
E se stare a casa fosse come gareggiare?

Mai come adesso stare a casa vuol dire far parte della squadra.
E’ avere tempo per allenarsi.
E’ avere tempo per correre.
E’ avere tempo per pensare.
E’ avere tempo per vedere anche per gli altri.
E’ avere tempo ora, per sfruttarlo per quando ce ne sarà bisogno.

E’ essere pronti quando serve.

Io sono qui a casa. Come te che sei li davanti.
Siamo atleti e non possiamo fare a meno del sudore, dell’allenarci, dell’essere in movimento.
Leggo, imparo, penso, e mi do tempo e a chi pensa che sia fermarsi rispondo che ha ragione a metà.
Non sono fermo, alleno la mente per guardare meglio dove sto andando.

Io ho la pelle azzurra come te e niente può togliercela.